Intervento di Paolo Vigevano al Secondo Congresso Nazionale Codici

Lunedì, 18 Maggio 2015

La tutela del consumatore in un contesto di crisi economica e finanziaria che ha coinvolto tanti settori e ha avuto tante ricadute negative proprio per l’utente. Al II Congresso Nazionale Codici sono intervenuti rappresentati della politica, delle istituzioni e del mondo imprenditoriale, per un proficuo confronto che ha portato in primo piano la difesa degli interessi degli utenti.

Nel convegno si è affrontato il tema anche dei consumatori di energia, in uno scenario che, oggi più che mai, è in un momento molto delicato di cambiamento e i consumatori ne sono la parte più ingaggiata. La transizione verso un mercato completamente liberalizzato, da qui a tre anni, pone importanti quesiti e necessita di soluzioni utili al completo superamento della maggior tutela e, quindi, del ruolo dell’Acquirente Unico.

Paolo Vigevano, Presidente e AD di AU, ha messo sul tavolo riflessioni e spunti di dibattito sul ruolo della società da lui guidata, sull’attività di tutela verso il consumatore, sulla dinamiche di mercato attualmente in atto.

 “Troppo spesso il consumatore è stato usato più che altro come strumento di pressione, proprio dai soggetti che dovrebbero tutelarlo. Acquirente Unico è il più forte soggetto operante in Italia che svolge una fattiva tutela per il consumatore finale. Quanto siamo riusciti a fare fino ad ora, ne è la dimostrazione e la tutela non solo si è limitata alle modalità di acquisto dell’energia ma anche con strumenti a supporto del consumatore quali, Lo Sportello per il consumatore di energia e il Sistema Informativo Integrato”.

L’azione di Acquirente Unico è stata fondamentale a favore dei consumatori e ce lo dimostrano studi fatti per analizzare le dinamiche di mercato e il comportamento dei consumatori. L’esperienza europea nel settore energetico, in termini di liberalizzazione, ci indica che un cliente che passa da un mercato regolato o di monopolio è moderatamente soddisfatto e che, invece, l’esempio italiano (cioè la presenza di un soggetto “terzo”), porta indubbiamente dei vantaggi. In termini di prezzo, certo, ma più in generale come punto di riferimento rispetto agli operatori di mercato che operano nel libero. Autorevoli studi dimostrano che le condizioni offerte da AU sono circa il 15% inferiori rispetto a quelle del libero. Un dato da non sottovalutare.

È paradossale che a volte siano state proprio le Associazioni dei consumatori a lamentare un eccesso di attività di AU.

“Certo, continua Vigevano, un operatore che opera come fornitore del mercato tutelato ha meno margini rispetto a chi opera nel libero. Peraltro questa condizione è anche stata messa in discussione dall’attuale contesto di forte crisi, in cui anche i margini del mercato libero si sono contratti. Qualche maligno potrebbe pensare che è forse questa la vera ragione che ha portato a decidere di abolire il mercato tutelato?”.

Il vero problema, però, è come superare la maggior tutela superando le condizioni che hanno prodotto un’uscita dei clienti verso il mercato libero, molto più lenta di quanto ci si aspettasse.

“Il superamento della maggior tutela non è un dato, ma una strada da percorrere, con l’obiettivo di fare tesoro della straordinaria esperienza che l’Italia ha compiuto tramite il mercato tutelato. Un esempio unico in Europa che oggi, più che mai, ci viene riconosciuto. Gli inglesi, che possono essere considerati i liberalizzatori per eccellenza, affermano che il cliente domestico del settore energetico, non ha la possibilità di esercitare un’adeguata pressione verso gli operatori se viene lasciato solo. Vanno quindi però prese in considerazione forme di aggregazione che ne rafforzino il potere come è avvenuto con il mercato di maggior tutela in Italia. Sul come superare la maggior tutela, potremmo ragionare traendo gli spunti da ciò che è stato fatto in tutti questi anni e facendo in modo, magari, che Acquirente Unico non abbia il monopolio per quanto riguarda l’aggregazione di domanda tra i clienti finali. Non bisogna chiudersi o cullarsi, quindi, nel pensiero che il mercato tutelato sia finito. Occorre indicare come può evolvere con la creazione di nuovi aggregatori della domanda, solo così il vantaggio di prezzo che si ha attualmente nel mercato tutelato potrà essere trasferito in iniziative davvero a favore del mercato e dei consumatori”.